SHOCK!
Parte 3

 

Alcuni anni fa.

“Max, stando insieme a te non riuscirò a combinare mai niente”.
“Ma Norma…”.
“Niente ma. Lavori da anni per quella compagnia elettrica e non hai mai cercato ambizioni aldilà del tuo lavoro da guardafili”.
“A me piace fare il guardafili, cosa c’è di male? Pagano bene ed io sono bravo”.
“Tu hai delle potenzialità, Max, potresti diventare ingegnere o dirigente. Invece le stai sprecando con la tua pigrizia e mancanza di ambizioni. Io non intendo stare accanto ad un uomo del genere”.
“Aspetta…”.
“Non intendo aspettare. Ho già fatto le valigie. Addio, Max”.
Lui non prova nemmeno a fermarla. Lei non si volta mai indietro.

Alcuni mesi dopo.

“Max, ho bisogno di te, Harris è nei guai e tu sei il miglior guardafili che ho”.
“Scordatelo. Non rischio la pelle per nessuno... a meno che non mi si offrano dei soldi”.
“D’ accordo. D’ accordo. Ecco qua,ti bastano?”.
“Aggiungici un altro centone e siamo a posto”.
“Ma…”.
“È sempre meno della multa che riceverai per la mancanza di sistemi di sicurezza in questo cantiere”.
“Sei una sanguisuga, Dillon. Ecco i tuoi dannati cento dollari!”.
Il lavoro è di una semplicità clamorosa: i soldi più facili che abbia mai guadagnato in vita sua. Sta per scendere al suolo quando un fulmine scaturito dal nulla (cosa ancora più eccezionale se si considera che il cielo è terso) colpisce il palo su cui si trova. La gente di sotto urla, certi di aver appena assistito ad un tragico evento. Ed invece…
“Sono… sono ancora vivo. Quel fulmine non mi ha ucciso… e mi sento meglio, più forte che mai. Con queste nuove energie riuscirò a combinare qualcosa nella vita, così riavrò indietro Norma. E per combinare qualcosa… ci vogliono i soldi”.

Una settimana fa.

“Mi sento terribilmente stanco” è il pensiero di Electro dopo uno scontro con una emula dell’ Uomo Ragno “La portata dei miei poteri è aumentata, ma ha richiesto il suo prezzo”.
Rifugiatosi in una stanza d’ albergo di quart’ordine, dove comunque non ti chiedono chi sei e cosa hai fatto, Electro accende il televisore interno. Quelli in bianco e nero esistono ancora, dunque. Un servizio giornalistico annuncia l’ imminente cerimonia degli Emmy, ma non è questo ad interessare Maxwell Dillon bensì la foto che appare alle spalle della giornalista.
“Praticamente certa la premiazione di Norma Lynn Reeves come miglior personaggio femminile dell’ anno. La sua interpretazione di Grace in Hill of Dreams ha conquistato sia critica che pubblico…”.
“Reeves?” esclama il supercriminale “Ha ripreso il suo cognome da nubile? Mi ha disconosciuto quella… Non posso fargliela passare liscia, se non mi avesse lasciato non mi sarei mai gettato in questa vita schifosa. Finora non mi ero mosso perché ancora l’ amavo. Ma ora il mio amore è finito. E presto sarai finita anche tu, Norma”.

Beverly Hills, villa di Norma Lynn Reeves. Ora.

“Io e te dobbiamo fare una bella chiacchierata, mia cara” dice Electro, librato in aria grazie alle sue scariche elettriche. La donna è paralizzata dal terrore, non è in grado di parlare, e la stessa cosa può dirsi per suo figlio Jeffrey. “Sai, Internet è fenomenale” continua il supercriminale “In pochi secondi ho scoperto dove abiti. Ed ho visto molte foto di questa tua abitazione, eh sì, sarà un piacere raderla al suolo. Distruggerla, così come io distruggerò la tua vita mattone per mattone. Come tu hai fatto con la mia”.
“Non incolpare me delle tue disgrazie!” ritrova coraggio la donna “Anche se ti ho trattato male, non è certo colpa mia se tu hai deciso di diventare un criminale. Quando hai ricevuto quei poteri potevi usarli per fare del bene, ed invece no. Non lo hai fatto. Ed io non ero accanto a te in quel momento: è stata solamente una tua decisione”.
“Tu mi avevi esortato a combinare qualcosa nella vita. Non ti sembra che ci sia riuscito? Il mio nome è chiacchierato quanto il tuo”.
“C’erano molte altre opzioni oltre a quella di diventare un supercriminale”.
“Ah, aspetta, a momenti ci cascavo come uno sciocco” si riprende in quel momento Electro “Sei davvero un’ attrice fenomenale, Norma, te lo devo concedere. Stavi prendendo tempo in attesa di rinforzi: ora smorzerò questo tuo entusiasmo”.
“Lasciala in pace!” grida Jeffrey, ancora bloccato dalla paura.
Maxwell Dillon non vi bada e protende una mano verso la faccia della sua ex moglie. “In una industria come quella cinematografica il volto è la cosa più importante: più è bello e giovane, più possibilità si hanno. E quando compaiono le prime rughe, non sei più nessuno. Io ora ti sfregerò questa bella faccia, così la tua carriera cinematografica sarà finita”.
Norma non riesce a reagire, ma improvvisamente qualcuno abbranca da dietro il criminale: è Mark Bljlevens, che per tutto questo tempo è rimasto nei paraggi della villa della donna, sperando in una sua chiamata, sperando che gli avrebbe chiesto di ritornare da lei per confortarla. Perché è questo che si aspetta un amante. E quando ha visto quelle luci abbaglianti ed ha udito rumori di dolore e di lotta, ha capito di non poter più aspettare.
In ogni caso l’ uomo può fare poco o nulla: Electro si sbarazza di lui con estrema facilità, colpendolo con una scarica al petto. Molto vicino al cuore, tanto che l’ uomo emette un tremendo suono gutturale prima di perdere i sensi.
Norma pensa subito al peggio. “Lo hai ucciso, mostro!”.
Dillon decide di non darle più corda, ha anche perso troppo tempo. Ora la investirà in pieno…
Improvvisamente una vetrata viene sfondata e l’ eroe a lungo atteso fa il suo ingresso, trionfale o meno questo è ancora da scoprire. “Ah, Electro” dice l’ Uomo Ragno “Ci sono modi migliori per chiedere le repliche del tuo telefilm preferito”.
Maxwell Dillon non vuole dargli ascolto, non vuole dargli soddisfazione: sempre queste stupide battutine, fin dalla sua prima sortita come supercriminale. Sembrava una persona assolutamente insignificante, eppure l’ha battuto più e più volte: l’ acqua, uno shock elettrico, una selva di pugni. Ha sempre prevalso, stavolta non può vincere, non immagina cosa ci sia in ballo.
Così Electro non ribatte e lancia alcune scariche elettriche contro l’ eroe, che riesce comunque ad evitarle, non potendo però nascondere la sua preoccupazione. “Ci sono delle persone qui vicino” pensa “Anche un ragazzino, non posso lasciare che venga coinvolto”.
“Dai, Dillon, portiamo questo scontro all' esterno”.
“Non se ne parla”.
“Perché? Sono io che ti interesso”.
“Tu non conti nulla per me. Non conti più nulla da quando decisi di abbandonare temporaneamente la mia attività di supercriminale: con quella mia dichiarazione ammisi implicitamente anche la tua superiorità su di me. Credimi, mi fa male dirlo, ma perché nascondere la verità? Tu mi hai sconfitto decine di volte e lo farai ancora, io non posso batterti: forse tu sei più intelligente od io più stupido, non mi importa. Io voglio solo farla pagare a quella….”.
In quel momento Electro nota la sua ex moglie che prova a sgattaiolare via insieme a suo figlio. Velocissimo, lancia una scarica elettrica verso il soffitto: come risultato cadono decine di calcinacci, che praticamente sbarrano l’ uscita. Evitando poi un successivo attacco dell’ Uomo Ragno, Dillon lancia un’ altra scarica, che distrugge le scale che portano ai piani superiori.
“Non puoi sfuggirmi, Norma!” grida.
È così preso dalla sua foga che nota solo all’ ultimo momento l’ avvicinarsi dell’ Uomo Ragno. Si scansa, ma non può evitare che un pugno dell’ eroe lo colga di striscio. Ora sanguinerebbe, se potesse ancora farlo.
“Tu non c’entri niente!” urla ancora Electro lanciando decine di scariche contro l’ eroe, così assordanti da seppellire il rumore delle grida di disperazione di Norma Lynn e Jeffrey. Alcuni colpi giungono a segno e l’ Uomo Ragno giace inerme sul pavimento. Maxwell Dillon si avvicina nuovamente alla sua piangente ex consorte.
“No, Electro” mormora Peter Parker “Hai già superato il limite, non farlo”.
“L’hai detto, Uomo Ragno. Ho già ucciso delle persone, mi sono ormai guadagnato l’ ergastolo, cosa può significare una vita tolta in più?”.
“Ti prego, Max” implora Norma.
“Ah, Max. Era così che mi chiamavi quando eravamo sposati: ti aggrappi a tutto pur di sopravvivere vero?”. Il corpo di Electro inizia a brillare di una intensissima luce dorata, sta raggiungendo il picco dei suoi poteri. “Tra pochi secondi questa intera villa esploderà e porterà via con sé la mia odiata ex moglie ed il mio più ostico avversario. Addio!”.
“Basta, fermati!” esorta Jeffrey Reeves.
“Ragazzino, vai via. Tu non c’entri in questa storia”.
“No, io rimango accanto a mia madre”.
Sul volto di Dillon passa l’ ombra dell’ esitazione. Dopotutto è pur sempre un ragazzo innocente. Poi riprende il consueto sguardo inflessibile. “Fai come vuoi”.
“No, Max, non puoi uccidermi” grida Norma abbracciando suo figlio.
“E per quale motivo, eh? Dammi un solo dannato motivo! Hai pochi secondi prima dell’ esplosione”.
“Jeffrey… Jeffrey è tuo figlio!”.
E poi cala, inesorabile: il silenzio, conseguente alla shockante rivelazione. L’ aura dorata scompare dal corpo di Electro e lui, lo sguardo sconvolto, si mette in ginocchio. “È vero? Non mi stai raccontando una bugia?”.
“No, ti giuro” dice Norma Lynn tra le lacrime “Ho scoperto di essere rimasta incinta poche settimane dopo che ti avevo lasciato. Non ho avuto il coraggio… non volevo tornare da te. Quando Jeffrey nacque stavo già frequentando il mondo del cinema e feci credere che fosse nato da una relazione passeggera con un produttore. Ma l’ho fatto solo per proteggere me stessa: in realtà non ho mai dimostrato l’ amore che una buona madre deve avere. Né sono mai stata una buona moglie. Alla fine ho vissuto solo una vita piena di maschere, per non dover vedere il mio vero volto ed inorridire. E se adesso vuoi uccidermi, fai pure”.
Electro non fa nulla, si limita ad abbassare le sue braccia. “No, Norma. Hai fatto tutto da sola, hai rovinato la tua vita e quella di tuo figlio con le tue stesse mani. Non serve che io ti uccida: ho già avuto la mia vendetta”. Si avvicina a Jeffrey e tende una mano verso di lui, poi la allontana: no, non vuole che lo veda in questo modo. Il loro rapporto, se mai inizierà, dovrà essere basato su diverse fondamenta. Senza maschere, come ha invece fatto Norma. Si accorge solo in questo momento della sua somiglianza col ragazzo.
Poi il criminale si reca dall’ Uomo Ragno, lo aiuta a rialzarsi e dice:”Immagino di avere dei reati di cui rispondere. Non far sì che la polizia mi spari”.
Peter Parker, rimasto sconvolto e stupito da quanto ha appena assistito, lentamente si rialza. “Sì, Electro, stai tranquillo. Ci penserò io: dobbiamo anche chiamare un’ ambulanza per quell’ uomo”.
Insieme, i due si avviano verso l’ uscita. Poi praticamente all’ unisono si voltano per vedere Jeffrey Reeves, il quale si è istintivamente allontanato da sua madre. Alla fine della vicenda la vera vittima è lui.
“Sono felice della tua scelta, Dillon” commenta l’ Uomo Ragno “Forse…”.
“Forse niente” lo zittisce il criminale “C’era un bambino coinvolto: ed io potrò anche essere un mostro, una persona spietata, ma non ho mai fatto del male ai ragazzini. In quel caso non sarei più un criminale, ma un uomo indegno di continuare a vivere. Però Norma l’ avrei uccisa senza pensarci due volte. Non cercare in me speranze impossibili, Uomo Ragno, rassegnati”.
Alle loro spalle, Norma abbraccia Mark, forse l’ unico affetto rimastole.

Il giorno dopo.

“Ed ora la pagina degli spettacoli: la cerimonia annuale degli Emmy verrà sicuramente ricordata come una delle più turbolenti di sempre. E non per le polemiche sulle premiazioni, ma per quanto avvenuto intorno a questa manifestazione. Nella fattispecie l’ attacco di Electro a quella che, ora si può dirlo prove alla mano, era la sua ex moglie Norma Lynn Reeves. L’ Uomo Ragno è intervenuto a risolvere la situazione ed è riuscito infine a consegnare alla polizia il supercriminale: alcune testimonianze però riferiscono che sarebbe stato lo stesso Electro ad arrendersi e consegnarsi spontaneamente. Per quale motivo? Forse che alla fine Maxwell Dillon sia riuscito a provare compassione per Norma Lynn? Questo sarebbe un dilemma che in Hill of Dreams terminerebbe con un lieto fine: non qui, non in questo caso. Norma ha rifiutato il premio come miglior attrice televisiva e subito dopo ha annunciato il suo ritiro dalle scene: anche se è comprensibile lo shock, non si riesce bene a capire il perché di questa improvvisa decisione. Il suo agente, Mark Bljlevens, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Comunque le credenziali di quest’attrice sono ormai in forte calo ed i produttori hanno deciso di rescindere il suo contratto per una nuova stagione del fortunato telefilm che la vede protagonista. A questo punto quale sarà il destino di Norma Lynn Reeves? Nessuno può dirlo allo stato attuale, come nessuno può dire dove si sia rifugiata: è letteralmente svanita. Qui è il vostro Renaldo, l’ intervistatore delle star, che vi augura la buonasera”.

Sull’ aereo per New York.

“Jameson è entusiasta” afferma Kate Farrell “L’ articolo su Electro e Norma Reeves che ho scritto per Now ha fatto impennare le vendite della rivista”.
“Mi chiedo se però fosse necessario scoprire questo scheletro nell’ armadio” si interroga Peter Parker.
“È il nostro lavoro, nulla più. Il nostro compito è di scoprire delle notizie, come il tuo quello di fare foto. Mi spieghi come sei riuscito ad intrufolarti nella villa di Norma Reeves e scattare quelle incredibili foto?”.
“Segreti del mestiere”.
E c’è anche un altro segreto che ora Peter Parker dovrà mantenere. Il segreto di Jeffrey Reeves. Né sua madre, né Mark Bljlevens, né infine Electro hanno detto di chi è davvero figlio. Se mai si venisse a scoprire… piomberebbero su di lui come falchi. Ma lui è solo un ragazzo che ha visto la sua vita, le sue certezze sconvolte in un solo giorno: gli ci vorrà tempo per accettare il cambiamento, tempo che dovrà passare libero da altre preoccupazioni. Peter spera che riesca a rinsaldare il rapporto con sua madre: la distanza tra i due era abissale, ma la presenza della madre è fondamentale per far sì che Jeffrey superi indenne questa fase. Mentre per quanto riguarda Electro… chissà cosa il destino avrà in serbo per lui?

Volta.

“Attento, O’Brian” dice un Guardiano “Secondo gli ultimi rapporti che abbiamo ricevuto i suoi poteri sono aumentati”.
“Non credo ci sia ragione di preoccuparsi, Frank. Guardalo, sembra quasi fuori dal mondo”.
“Ah, ecco qui il fallito!”.
“Chiudi il becco, Bench!”.
Electro viene accompagnato alla sua cella e portato all’ interno: subito dopo viene attivata la griglia di sicurezza. Lui rimane in piedi per circa mezz’ora, poi si siede. Per molti giorni si chiuderà in un inesorabile mutismo.

Casa di Peter Parker.

“E questo è quello che è accaduto” termina di raccontare l’ eroe.
“Un’ esperienza davvero incredibile” commenta Mary Jane Watson “Vedo che ti ha colpito, anche se tu non l’hai ancora ammesso”.
“Sì e sai perché? Fino a pochi giorni fa credevo di non aver nessun punto di contatto con Electro, per me era solo uno dei tanti, spietati criminali che affronto ogni giorno. E adesso invece ho scoperto che ha una moglie che fa l’ attrice ed un figlio. Praticamente come me”.
“Ma c’è una sostanziale differenza, Peter” gli si avvicina sua moglie “Il modo in cui avete reagito alle avversità: tu hai messo a frutto le lezioni di tuo zio, Dillon invece non è riuscito a farlo”.
“Però se avesse avuto la sua famiglia accanto a sé…”.
“Purtroppo con i se e con i ma non si arriva da nessuna parte: possiamo solo accettare la situazione com’è. E cercare di migliorarla, se possiamo. Tu puoi”.
“Posso perché ti ho sempre accanto a me”.
Mary Jane sorride. “Già, non sono meravigliosa?”.
Peter la bacia, poi si mette la sua maschera. “Vado in ronda”.
“Stendili tutti, tigrotto”.
L’ Uomo Ragno inizia a volteggiare per i grattacieli della Grande Mela: non sa se questa esperienza ha cambiato Electro, ma non è così speranzoso. Già in passato sembrava essere diventato un uomo nuovo, per poi ricadere nelle vecchie abitudini. Solo il tempo potrà dare una risposta. Improvvisamente sente risuonare un allarme e si reca a controllare.
“Ehi, Rhino, guarda che mostrare a tutti che sei un cornuto non aiuta di certo la tua reputazione!”.
“RAAARGHHH!”.
E la storia ricomincia.

FINE

Note dell' Autore: Termina così questa minisaga dedicata ad uno dei miei supercriminali preferiti (anche perchè il parco villains di Spidey è secondo me il migliore al mondo). Prima di congedarci, vi dico che la moglie di Electro non è una mia invenzione, ma aveva già fatto una sua prima apparizione, in un flashback, su Uomo Ragno 237. Il figlio invece è farina del mio sacco.